Le medaglie Aeronautiche

In ambiente Aeronautico incrementò la produzione delle sue prime medaglie fuse o coniate dove immortalò, con raffigurazioni di grande effetto plastico, in modo particolare l’essenza e lo spirito del mondo del volo con i suoi miti ed i suoi ideali con le sue leggendarie imprese compiute sin dai primi esemplari di aeromobili dell’inizio dello scorso secolo per arrivare agli attuali futuristici mezzi aerei dalle avanzate tecnologie. Realtà e fantasia, personaggi mitologici, draghi terribili e animali fantastici, cieli stellati e simbologie zodiacali, ma soprattutto aerei, crest aeronautici e mitici eroi, medaglie calendario, avvenimenti e ricorrenze: tale l’universo medaglistico che da questo momento in poi plasmò nel metallo, con creatività libera da schemi prefissati o da correnti artistiche stereotipate, il tutto guidato con segno grafico sicuro, uno stile originale e sapiente armonia, tra pieni e vuoti, nel limitato spazio del tondello a volte illuminato dagli splendenti colori dello smalto esaltati dai suoi particolari fondi raggiati.

La prima medaglia con le ali, prettamente aeronautica, in effetti fu realizzata nel 1978 per l’Accademia Aeronautica in occasione del Giuramento degli Accademisti del Corso “Urano III”; al dritto la raffigurazione di tre aerei che sfrecciano, con le loro ali metalliche, in un cielo stellato. Questa fu l prima di una lunga serie, ininterrotta sino ad oggi, di medaglie celebrative dedicate alla cerimonia di giuramento dei vari Corsi dell’Accademia che si succedono, annualmente, in ordine alfabetico: Aquila, Borea, Centauro, Drago, Eolo, Falco, per finire con Vulcano e Zodiaco.

Fantastici draghi, falchi, centauri, grifi, straordinarie personificazioni dei venti, nubi gonfie, cieli stellati, divinità maestose e terribili, segni zodiacali popolano queste accademiche medaglie e sono figure, che con il loro simbolismo ed i loro nomi si rinnovano nelle tradizioni militari di ogni Corso a partire dal primo “Corso Aquila” del 1923. Attraverso le sue creazioni, ha pertanto perpetuato nelle coniazione queste tradizioni dal Corso Urano III del 1978 ad oggi creando così una eccezionale collezione di aero-medaglistica proiettando, così, anche un fruitore esterno all’Aeronautica in un mondo dove si armonizzano realtà e fantasia, dove i prodigi della tecnica, le leggende e la mitologia si integrano a vicenda in un modellato sapiente, esaltato da luci ed ombre, ricchi panneggi e forti rilievi, ove le cromatiche dei metalli e lo smalto, a volte, assimilano l’incisione alla pittura.

A questa tematica si possono assegnare anche le medaglie fatte per la Scuola Sottufficiali dell’Aeronautica Militare presso la Reggia di Caserta. Tra queste spicca, sicuramente, quella realizzata per ricordare la visita pastorale di Papa Giovanni Paolo II alla Scuola nel 23 e 24 maggio del 1992. Il Pontefice, con mitria e croce pastorale, sullo sfondo la reggia dei Borboni, avanza benedicente con passo deciso. II vento, che gonfia fino all’inverosimile i suoi paramenti, ricorda il turbinio dell’aria creato dallo sfrecciare degli aerei in volo; ed al mito del volo ci riporta, ancora più direttamente, la figura di Dedalo, in basso a sinistra, che costruisce le fatali ali per il figlio Icaro. Il leggendario aero-inventore è anche simbolo araldico della Scuola.

Lo stesso mondo troviamo pure nelle medaglie realizzate anche per i vari Stormi dell’Aeronautica Militare, le cui araldiche incide con maestria. Splendido il dritto di una serie di multipli medaglistici realizzati in vari anni per il 31° Stormo di Ciampino, la cui araldica si ispira alle antiche monete romane della serie “Prua di nave”; interpretata con genialità la composizione formata da una prora di nave rostrata avente per polena le ali della Vittoria sormontate da una testa di aquila, sopra uno sfondo raggiato la costellazione dell’Orsa Maggiore, un madreperlaceo smalto blu fa da cromatica legenda alla medaglia.

Originale, anche, la medaglia ovale dedicata, nel 2002, al 72° Stormo di Frosinone. Al dritto, nella zona centrale, un mare stilizzato anch’esso sovrastato dalla costellazione del Carro, simbolo della navigazione, mentre nella zona dell’esergo risalta una grande lettera “H, segno convenzionale d’identificazione degli elicotteri; sotto, in un cartiglio, scorre il motto “Multum in parvo”. Sovrasta l’intera composizione una graficizzata elicoide ascendente.

Una delle medaglie più riuscite, dal punto di vista artistico, fu la placchetta-medaglia sfrangiata del 5° Stormo, con la raffigurazione classica, ma riproposta in senso moderno, della dea cacciatrice Diana intenta a scoccare una freccia. La forza quasi selvaggia della urlante dea della caccia, evidenziata dalla tensione dell’arco e dalle possenti cosce, nulla toglie alla sua grazia femminile, anzi la esalta, mentre i capelli al vento ed il movimento delle gambe ne fanno intuire l’attacco fulmineo ed improvviso della predatrice. Il bronzeo modello d’arte cm. 50x40 di questa bella medaglia troneggia nell’Ufficio Comando del 5° Stormo nell’aeroporto di Cervia. Anche il Consiglio Comunale della ridente cittadina romagnola di Cervia commissionò una originale medaglia ove una cerva accosciata campeggia in uno scudo araldico ravvivato da uno smalto color cielo. Nel rovescio la pianta murata della città fondata nell’A.D. 1700. Fra queste due medaglie sembra esistere una non casuale consequenzialità: Diana la cacciatrice e la cerva di Cervia.

Tornando alle medaglie aeronautiche la mitologia lascia spazio alla storia sui multipli d’arte inventati per celebrare le imprese e i record dell’Aeronautica Militare in pace ed in guerra. Tra le prime le due dedicate rispettivamente al dirigibile “NORGE” e “ITALIA”. In quella del 1986 per commemorare il 60° anniversario del primo volo transpolare (Roma-Teller) del dirigibile NORGE (1926), l’artista fissò sul metallo il momento in cui l’aeronave sorvola la verticale del Polo Nord e a testimonianza dell’eccezionale impresa vengono lasciate cadere le bandiere nazionali della Norvegia, Stati Uniti e Italia; in basso sul pack, un orso bianco osserva sorpreso il passaggio dell’intrusa e ronzante balena volante. Sulla seconda, coniata per celebrare il 60° anniversario della tragica spedizione polare italiana (1928), un superstite, accanto alla famosa “tenda rossa”, alza le braccia per segnalare la sua presenza al rompighiaccio sovietico Krassin, venuto in soccorso; in alto, in dissociazione temporale l’incunearsi della prora dell’aeromobile nel bronzo della medaglia fa presupporre l’inghiottimento dello stesso nell’orrido della bufera polare. Il dirigibile “Italia” precipiterà con parte dell’equipaggio che non verrà più ritrovato. Alle medaglie sulle imprese polari fa riscontro la serie sulle Trasvolate Atlantiche e sul Mediterraneo Orientale ideate e condotte dall’eroe del volo Gen. Italo Balbo.

Ricca di raffigurazioni simboliche, armonizzate tra loro in modo sapiente ed equilibrato, fu, invece, la medaglia realizzata nel 1986 per celebrare le esibizioni delle Frecce Tricolori in Canada e negli U.S.A. tra il luglio ed il settembre di quello stesso anno. Tre architetture simboleggiano le rispettive nazioni coinvolte nell’avvenimento: l’arco di Costantino a Roma per l’Italia, la statua della Libertà per gli Stati Uniti, la C. N. Tower di Toronto per il Canada. Tutte e tre, poi, sono avvolte e quasi tenute strette tra loro dalle famose scie che disegnano dietro di loro gli aerei della squadriglia acrobatica dell’A.M.. A questa medaglia seguirà quella della Trasvolata Atlantica delle Frecce Tricolori per celebrare il 50° anniversario della impresa di Cristoforo Colombo. In questa opera l’artista sembra esprimersi quasi in termini di equazione matematica: le tre frecce tricolori stanno alle vele delle tre caravelle come le tre scie stanno alle tre bandiere, nell’esergo minacciose onde blu sembrano contendere la loro inviolata sovranità.

Non meno interessante il gruppo delle medaglie coniate dall’artista soprattutto dal 1985 in poi per commemorare le imprese dell’Aeronautica Militare in guerra. Tra queste spicca, per la felice combinazione tra mitologia e storia e tra distruzione e rinascita la medaglia dedicata, nel 1991, alla partecipazione della nostra Aeronautica, tra il settembre del 1990 ed il marzo dell’anno seguente, alla guerra di liberazione del Kuwait. Al dritto, dentro il cerchio delimitato dalle ali stilizzate di un falco, emblema reale dell’emiro del Kuwait, è riportata, in arabesco calligrafico la frase augurale “Al Kuwait horrà”, cioè “Il Kuwait libero”. Sotto il falco si sviluppa un vasto incendio, che vuol significare l’incendio dei pozzi petroliferi durante i primi giorni di guerra; ma l’artista ha anche voluto parallelamente riferirsi all’antico mito della Fenice, che rinasce dalle proprie ceneri, e il falco, cioè il Kuwait, che rinascerà dalle ceneri provocate dalla occupazione e dalla guerra.

Se l’Aeronautica Militare in tutte le sue sfaccettature fu l’ispiratrice primaria dell’inventiva artistica di Luciano Zanelli, non vennero comunque tralasciati gli Enti Interforze: fu del 2002, la medaglia che l’artista coniò per il “Centro Alti Studi per la Difesa”. Al dritto è raffigurata la facciata del cinquecentesco Palazzo del Cardinal Salviati, attuale sede del Centro, sormontato dall’araldica del casato, posta tra due stellette militari. In basso si trova la classica personificazione del dio Tevere, sdraiata, con il braccio sinistro appoggiato su una brocca rovesciata, da cui sgorga acqua evidenziata da uno smalto azzurro.

Ancor più esplicitamente riconducibile alle tre Forze Armate è il dritto della medaglia, realizzata nel 1988 per la Direzione Generale di Commissariato, la cui araldica è costituita dall’intreccio dei simboli delle tre Forze Armate (un gladio per l’E.I., un’ancora per la M.M. ed un’ala per l’A.M.), circondati da due rami di alloro legati in basso e sormontati da una italica corona turrita.

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AGGIORNATO IL 25/08/2023